Lo strano titolo non nasconde nessuna metafora, vi racconterò infatti la vera
storia di quattro maghi che se ne andarono insieme a Stoccolma. La storia inizia
parecchio tempo fa, più di vent’anni addietro, quando tre persone le cui vite non
si erano mai incrociate prima di allora, ebbero l’occasione di conoscersi a causa
di una passione che le accomunava: la prestidigitazione. Da allora tanta acqua è
passata sotto ai ponti, la loro comune passione ha subito alti e bassi, ma sono
comunque sempre rimasti in contatto e non hanno mai smesso di apprendere ed esercitarsi.
Uno di questi tre maghi sono ovviamente io, per quanto mi riguarda gli anni più
fiorenti dal punto di vista magico/creativo sono stati tra il 1990 e il 1995, in
quegli anni mi sono divertito moltissimo, ho vinto addirittura un paio di concorsi
internazionali e poi è successo che.. sono “diventato adulto”, nel senso che ho
terminato gli studi, ho iniziato a lavorare ed il tempo a mia disposizione per fissare
il vuoto ed inventare nuovi giochi si è drammaticamente ridotto. Con questo non
vuol dire che mi sono fermato, anzi ho continuato ad amare lo spettacolo, soprattutto
non ho mai smesso di fare teatro (seconda grande passione)... ed è stato proprio
il teatro a darmi la grande occasione di cui vi parlerò.
Tre anni fa Gigi e Andrea (il nome degli altri due maghi) assieme a Martina (maga
per cause di forza maggiore) hanno deciso di provare quasi per scherzo a creare
un numero di illusionismo, una delle forme magiche più dispendiose sia in termini
pecuniari che di messa in scena. Bisogna dire infatti che le nostre esibizioni fino
ad allora si erano sempre limitate a numeri di close-up (magia fatta a distanza
ravvicinata) e parlor magic (cabaret magico). Il problema di creare un numero
di illusionismo è appunto quello che di solito le attrezzature necessarie costano
parecchie migliaia di euro (non il solito mazzo di carte in tasca e via!) e soprattutto
tale forma di spettacolo richiede una regia precisa e uno studio approfondito dello
spazio scenico, diciamo che non ci si può proprio improvvisare illusionisti.
Martina, Gigi e Andrea avevano dunque due problemi da risolvere, il primo, quello
monetario, bisogna dire che l’hanno risolto brillantemente, hanno rispolverato un
antico trucco dimenticato, vecchio di almeno cent’anni, quello dove una scatola
levita e ad un certo punto da essa, in aria, esce una ragazza; ma la grande idea
è stata quella di realizzare il tutto con l’umilissimo cartone.
Per il secondo problema, quello della regia, Martina, Gigi e Andrea si sono chiesti:
“Chi conosciamo noi, che oltre ad essere un mago di vecchia data, abbia anche le
competenze teatrali per farci la regia?” ...e voilà! Così sono entrato in gioco
io.
Innanzitutto ci mancava un nome, “Signore e Signori, ecco a voi Igor, Martina, Gigi
e Andrea!” era effettivamente un po’ troppo lungo... aspetta un attimo... se uniamo
le nostre iniziali viene fuori... fichissimo, sembra quasi l’abbiamo fatto apposta!
Senti un po’: “Signore e Signori... I. Ma.Gi.A.!!!!”
Per farvela breve da allora ci siamo esercitati veramente tanto, il numero dall’idea
originale è evoluto in imprevedibili direzioni, abbiamo fatto centinaia, se non
migliaia di ore di prove e di chilometri (abitiamo in quattro città diverse), Martina,
Gigi e Andrea hanno subito silenziosamente tutte le mie angherie di regista/dittatore
e alla fine abbiamo timidamente incominciato a mostrare il nostro numero in giro.
Visto che ci sembrava riscuotesse successo, ad un certo punto ci siamo detti “Perché
non lo presentiamo ad un concorso internazionale per professionisti? Magari non
ci sbattono fuori a calci!”.
Detto, fatto, in men che non si dica abbiamo vinto un primo premio, più un premio
speciale della giuria per l’originalità.
Allora ci siamo detti: “Ogni tre anni viene fatto il più grande concorso internazionale
per prestigiatori, il FISM, guarda caso tocca proprio l’anno prossimo e tra l’altro
il paese ospitante non è neanche esageratamente lontano... che dite, facciamo questa
pazzia, ci proviamo?”.
Avrete ormai capito che il paese ospitante “The FISM World Championship of Magic
2006” era la Svezia ed ecco la spiegazione del titolo di questo racconto, quattro
ragazzi (magari non anagraficamente, ma come spirito sicuramente sì), mettono assieme
la loro passione, le loro povere scatolette di cartone, i loro risparmi e vanno
a sfidare i big mondiali della magia.
Mi piacerebbe, come in qualsiasi pellicola Hollywoodiana che si rispetti, raccontarvi
che questi quattro maghi hanno vinto e sono tornati a casa pieni di denaro e riconoscimenti,
ma anche se non è andata proprio così, hanno ricevuto le loro belle soddisfazioni.
Come in tutti i concorsi di tipo artistico, il giudizio è affidato alla soggettività
dei giurati ed al loro gusto personale, non è certo come una giuria di salto in
lungo, che si limita a misurare con un metro il salto degli atleti e il vincitore
alla fine è semplicemente quello che è saltato più lontano. Io ancora oggi sono
convinto che il nostro numero, tra i 150 iscritti, era il migliore. Sicuramente
era tra i più originali, quello che presentava un modo nuovo di fare illusionismo,
diverso dal classico mago stile Las Vegas che si limita a fare un effetto dietro
l’altro, il tutto privo di qualsiasi coerenza drammaturgica. Prova ne è stata che
appena abbiamo finito la nostra esibizione, nemmeno il tempo di andare in camerino
a cambiarci, una televisione spagnola ci ha immediatamente offerto un contratto
(e l’hanno offerto solo a noi!). Insomma ci siamo divertiti, le televisioni ci intervistavano
(persino quella cinese), la gente ci chiedeva autografi e chiunque ci incontrasse
durante la settimana del congresso ricordava il nostro numero (credetemi, non è
facile rimanere impressi nella memoria di migliaia di congressisti, quando si vedono
30 numeri al giorno).
Ah, per la cronaca, siamo arrivati quinti.
Io parlo e parlo, ma percepisco molti mormorii e sento che vorreste farmi molte
curiose domande; vediamo se riesco a rispondere alle più frequenti...
Come si fa a partecipare al concorso del FISM?
Per partecipare al concorso bisogna avere già vinto dei premi internazionali
ed il proprio modulo di adesione deve essere controfirmato da una personalità riconosciuta
internazionalmente in ambito magico.
E se volessi solo assistere come spettatore?
Purtroppo il FISM è riservato solamente ai prestigiatori, per potersi iscrivere
bisogna a sua volta essere iscritti ad una delegazione nazionale (in Italia è il
C.M.I.), che a sua volta richiede che il socio sia stato iscritto ad una delegazione
regionale da almeno nove mesi.
In compenso una sintesi del FISM viene trasmessa in mondovisione... purtroppo non
in Italia.
Ma insomma! Almeno dicci cosa accade in un congresso di maghi!
Se vi state immaginando le più grandi stranezze, probabilmente siete ancora lontani
dall’indovinare le cose inusuali che accadono, tavolini che volano, monete che si
smaterializzano, carte che appaiono, il tutto all’interno di una macchina organizzativa
che unisce migliaia di prestigiatori da ogni angolo del pianeta: è possibile assistere
al fantomatico concorso che è secondo me la vera anima della manifestazione, si
possono seguire le conferenze dove eminenti artisti di fama internazionale svelano
i loro trucchi, ci si può perdere nelle fiere magiche e dissanguare il proprio portafogli
per acquistare le ultime novità, oppure si può semplicemente partecipare alle serate
di gala che si tengono ogni sera e che portano sul palcoscenico i migliori maghi
del mondo.
Tra maghi vi svelate i trucchi?
Non sempre, ma di certo una delle parti più interessanti avviene al di fuori
del congresso, quando stanchi ci si siede a prendere un caffè in compagnia oppure
quando la sera ci si riconosce in qualche bar: è in queste occasioni che salta fuori
il mazzo di carte, onnipresente nella tasche di tutti i congressisti e si improvvisano
le cose più disparate. Posso tranquillamente dire che in più di vent’anni di magia,
le cose più interessanti non le ho imparate alle conferenze, ma ai tavoli dei ristoranti.
Beh dai, spiegaci almeno il trucco della donna segata in due...
Se mi avessero dato 1 euro per ogni volta che me lo hanno chiesto, oggi starei
scrivendo questo reportage seduto su una sdraio nella mia spiaggia privata ai Caraibi.
Va beh, solo perché siete voi... sapete tenere un segreto? Si? Purtroppo anch’io...
Concludo. E’ stata una grande avventura e anche una spensierata vacanza, non
ci siamo fatti mancare né gli spettacoli, né il merluzzo svedese, abbiamo visitato
questa bella città nordica, portando alla fine a casa emozioni, immagini e ricordi
che ci rimarranno indubbiamente per tutta la vita.
L’unica cosa che ci dispiace è che purtroppo la magia in Italia è ritenuta una forma
artistica di serie C, praticamente equiparata ai saltimbanco che girano per le città
con la grancassa sulla schiena, i piatti tra le ginocchia e l’armonica in bocca.
Da noi la magia è identificata dal gran pubblico come Giucas Casella o il Mago Casanova,
che si ridicolizzano in televisione facendo improbabili esperimenti o sbagliando
appositamente i propri trucchi per avere cinque minuti di gloria.
Il triste paradosso di tutto questo è che grazie al FISM, che è stato trasmesso
dalle televisioni di tutto il mondo, abbiamo ricevuto ingaggi da ogni dove e stiamo
vivendo un’emozionante notorietà... dappertutto... tranne che nel nostro paese.
Immagino siate curiosi, se volete vedere la registrazione fatta a Stoccolma del nostro spettacolo,
visitate la pagina dei fan su Facebook.
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