Quando pensiamo al Carnevale, tutti noi immediatamente richiamiamo immagini di
gente festosa con costumi appariscenti e che si scatena per le strade ballando la
samba. Indubbiamente il carnevale al quale approdiamo con il pensiero è il carnevale
di Rio De Janeiro, di certo quello più famoso al mondo. Il carnevale di Rio però
è molto “giovane”, è un’eredità dei primi colonizzatori portoghesi che lo importarono
dall’Europa assieme alla tradizione delle maschere italiane. Non tutti sanno che
invece il carnevale più antico del mondo è italiano, ed è il tutt’oggi famosissimo
Carnevale di Venezia: il più antico documento veneziano che ne parla risale
al 2 Maggio 1268 (più di 2 secoli prima della scoperta dell’America). A quei tempi
Venezia era sicuramente il posto più divertente d’Europa, il carnevale infatti durava
anche 3 mesi; Venezia era anche in un certo senso il posto più democratico, la maschera
permetteva a tutti, anche al ceto più povero di mischiarsi con i nobili al riparo
nei propri travestimenti.
Bisogna però notare che la tradizione delle maschere veneziane non era limitata
solo al Carnevale, ma uomini e donne usavano mascherarsi frequentemente: la maschera
veniva utilizzata, ad esempio, per proteggere i giocatori d'azzardo dagli sguardi
indiscreti (soprattutto da quello dei loro creditori), era utilizzata dai nobiluomini
barnabotti (i patrizi poveri) per chiedere l'elemosina agli angoli delle
strade oppure la usavano le donne, per gli incontri segreti con i loro amanti.
Per rendersi conto di quanto fosse libertina la Venezia della Serenissima,
basta guardare alcuni dei numerosi documenti al riguardo, promulgati per tutelare
la moralità dei cittadini: un decreto del 22 febbraio 1339 proibiva ai veneziani
di girare per le strade di notte mascherati; un’altro decreto del 24 gennaio 1458
proibiva agli uomini di introdursi, mascherati da donne, nei monasteri per compiervi
“multas inhonestates” (N.d.A. anche se non capite il latino, potete immaginare di
cosa si trattava). Gli uomini che trasgredivano a queste regole si facevano 2 anni
di carcere e dovevano servire per 18 mesi la Repubblica vogando legati ai piedi
in una galera, nonché di pagare 500 lire alla cassa del Consiglio dei
Dieci. Alle donne andava anche peggio, le prostitute che venivano trovate in
maschera venivano frustate da San Marco a Rialto, sottoposte al pubblico ludibrio
in Piazza San Marco, esiliate per quattro anni e come se non bastasse dovevano pure
pagare 500 lire alla cassa del Consiglio dei Dieci. La storia trasgressiva
del Carnevale subì negli anni alti e bassi, fino ad essere addirittura proibito
durante il primo Governo Austriaco.
Oggi ovviamente le cose sono cambiate, se qualcuno si mascherasse da donna ed
andasse in un convento, probabilmente le monache chiamerebbero la polizia (o forse
no, non ho mai provato, se qualcuno lo fa, mi sappia dire).
Nonostante esistano innumerevoli carnevali in giro per il globo, il Carnevale di
Venezia è unico nel suo genere, lo stile e il clima nobile che si respira non lo
si trova da nessuna altra parte e le maschere che circolano per la città sono le
stesse che si usavano secoli addietro. Non esiste una regola per il costume da indossare,
nonostante ciò nessuno si sognerebbe di andare a Venezia vestito da Uomo Ragno.
Anche se in armadio non avete il costume antico dei vostri avi veneziani, procurarsi
un abito adatto all’occasione è molto facile, la tradizione dei Mascareri
(costruttori di maschere) è ancora oggi molto forte, si pensi che a Venezia ci sono
più di 400 negozi che vendono o affittano costumi tutto l’anno. Il travestimento
veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da uomini e donne: una mantellina
nera abbinata sempre ad un cappello a tricorno nero e a una larva, maschera
bianca che celava il viso (quelle utilizzate nel film Eyes Wild Shut di Stanley
Kubrick). Ho chiesto alla signora Valentina, proprietaria di un bellissimo negozio
di maschere nel quartiere di Dorsoduro, quanto potrebbe costare affittare un costume
completo: “L’affitto di un costume parte dai 300 euro in su, mentre la maschera
per motivi igienici non si può affittare ma va comprata: si parla in questo caso
di una cifra attorno a 40 euro”.
Se queste cifre vi spaventano, non sono niente al confronto di quanto può costare
una serata mondana in maschera: la sera potreste decidere di prendere una gondola
(150 euro) per recarvi in teatro (per non meno di 250 euro), oppure essere ospiti
in qualche esclusivo palazzo veneziano per partecipare ad un ballo in maschera (per
non meno di 350 euro). Il clima che si respira a queste feste particolari (ce ne
sono moltissime) è straordinario, si viene immediatamente trasportati indietro nel
tempo e per una notte chiunque potrà immedesimarsi in una nobildonna veneziana o
in un novello Casanova. Tra tutti cito il famoso Ballo del Doge, gala mascherato
tra i più fastosi ed esclusivi nel mondo, è considerato dalla stampa internazionale
la massima espressione di festa barocca veneziana; in collaborazione con registi,
scenografi, artisti e chef di grande fama, la cena e l’accurato spettacolo sono
un’esperienza che bisognerebbe provare almeno una volta nella vita. Dietro al costume
storico (obbligatorio) degli invitati, è molto facile che si nascondano personaggi
famosi e teste coronate, solo che ovviamente non lo verrete mai a sapere.
Il visitatore che si reca al Carnevale di Venezia per la prima volta e che consulta
il programma della manifestazione, potrebbe trovarsi disorientato per la moltitudine
di eventi, spettacoli, cene di gala e balli in maschera. Siccome nessuno di noi
ha il dono dell’ubiquità, ci si rende presto conto che non sarà possibile vedere
tutto. Niente panico, non è obbligatorio partecipare a queste costose feste esclusive,
né tantomeno mascherasi, ci si può comunque divertire a passeggiare per le strade
osservando le meravigliose maschere che sfilano, fermandosi ogni tanto in qualche
campo (piazza) per assistere ai numerosi spettacoli teatrali gratuiti che
mettono in scena la Commedia dell’Arte o concerti di musica classica. Quando
poi ci si vuole riposare, cosa c’è di meglio che concedersi il famoso caffè Florian
nell’omonimo antico locale in piazza San Marco e gustarsi dal tavolino la sfilata
dei costumi più belli e gli spettacoli messi in scena sull’enorme palco allestito.
Una delle cose che vale la pena non perdersi è “Il Volo dell’Angelo” o, come veniva
chiamato nell’antichità “Il Volo del Turco”. Sembra che nel 1500 un giovane acrobata
turco fu protagonista di un’impresa che sbalordì la cittadinanza, egli riuscì partendo
da una barca ad arrivare in cima al campanile di San Marco camminando in equilibrio
su una fune aiutandosi solamente con un bilanciere. Da allora l’impresa diventò
una tradizione ed ogni anno segna l’inizio del carnevale. Devo però avvisarvi che
non è mai uguale, a volte ci sono acrobati professionisti che eseguono cose incredibili
(nel 1680 Sante da Ca' Lezze riuscì a salire con un cavallo vivo), altre volte lo
spettacolo è limitato alla discesa di una grande colomba di legno. Negli ultimi
anni è diventata usanza calare dal campanile un personaggio dello spettacolo o dello
sport, che lancia coriandoli sopra le teste degli spettatori. E’ comunque
uno spettacolo molto suggestivo.
Concludo dando l’ultimo consiglio: è molto facile
durante questi balli, nel gran gioco della trasgressione e della seduzione, cedere
al fascino di qualche bellezza mascherata, incantati magari dagli occhi azzurri
che si intravedono dietro alla maschera; ricordatevi però la storia delle monache,
sotto a quegli occhi azzurri potrebbero nascondersi un bel paio di baffi.
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