Ogni tanto ci vuole! Non ogni anno, ma qualche volta mi piace andare a svernare al caldo.
Devo ammettere che non è così che pensavo di andare a Zanzibar un giorno, volare fino a laggiù e non fare un safari nell'entroterra della Tanzania è di certo un peccato. Considerato però che il viaggio è il premio di un concorso, riuscirò a superare la “delusione”. Dunque, grazie a Turisti per Caso Magazine che ha premiato il nostro reportage sul Messico, eccoci diretti all'isola delle spezie.
Il mare è stupendo, anche se ha la singolare peculiarità legata alle maree che un momento lambisce la tua sdraio e un’ora dopo devi prendere la bicicletta per farti il bagno. Anche le immersioni non sono male, non serve più di una settimana per farle tutte, ma sono un gradevole accessorio al soggiorno. Tenete però presente che sono tutte concentrate al nord dell’isola, dunque se differentemente da noi volete risparmiarvi ogni giorno 40 minuti di taxi per andare e 40 per tornare, cercatevi un hotel in zona.
Il Kiwengwa Beach Resort sarà anche lontano dai punti di immersione, ma è a un minuto di passeggiata sulla spiaggia da Obama. Non sto parlando dell’omonimo presidente USA, ma del locale più festaiolo della costa occidentale. Non aspettatevi una mega discoteca con tre sale da ballo: è invece una baracca malandata di legno e lamiera con le casse acustiche sfondate, che però la sera attira turisti e indigeni smaniosi di scatenarsi fino all’alba.
Avete ancora paura di annoiarvi? Invece di unirvi ad un’escursione prefabbricata alle coltivazioni di spezie, pagate un tassista e dedicate un giorno per visitare Stone Town.
L’antica capitale dell’isola dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, nei secoli ha subito influenze arabe, persiane, indiane ed europee. A tutto questo aggiungeteci una spruzzata di cultura swahili e farete presto ad esaurire lo spazio di archiviazione della vostra fotocamera.
La sonnolenta Forodhani Gardens è una piazza nominata in tutte le guide turistiche, la sera si anima con decine di bancarelle alimentari, che offrono spiedini di tutti i tipi, dal pollo all’aragosta. Se siete in cerca di autentico street food rimarrete molto delusi: cibo carissimo e come se non bastasse dovrete mangiare scomodamente in piedi tra gatti miagolanti e supplicanti. Il sospetto che fosse una trappola ci è venuto guardandoci intorno ed osservando la netta separazione dei ruoli: gli autoctoni vendono, i turisti mangiano.
Se volete invece assaggiare la tipica cucina speziata di Zanzibar, dirigetevi senza esitazione al The Passing Show. A due passi dal famoso mercato Darajani, in questo ristorante frequentato praticamente solo dalla popolazione locale, potrete degustare un ottimo riso pilau (speziato) e un eccezionale riso biryani. Nota per gli interessati: vi consiglio di dare un'occhiata alla cartina geografica qui sopra per vedere la posizione esatta del ristorante, in altri siti (ad esempio Trip Advisor), il ristorante non è posizionato correttamente.
Se infine non siete ancora stanchi di camminare e volete vedere qualche animale selvaggio, giusto per dire “sono andato in Africa”, saltate su un taxi e fatevi portare al Jozani National Park. Un’ora di passeggiata nella rigogliosa area naturale protetta, vi consentirà di incontrare molte specie di primati endemici dell’isola. Potrete avere un piccolo, lontano, flebile assaggio di quello che sarebbe stato un safari sulla terraferma… vabbè, almeno abbiamo la scusa per tornarci!
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