Dopo Bali, con Sara, Boris, Anna,
Stefano ed Erica inizia la parte selvaggia del viaggio.
Flores
Tenendo come campo base Moni, dopo una levataccia alle 3 del
mattino, potete raggiungere la cima del
Kelimutu ed assistere ad un’alba suggestiva. Il vecchio vulcano disattivo
non è però famoso per l’alba, sinceramente ne avrei fatto a meno, quanto
piuttosto per i 3 crateri che oggi ospitano 3 laghi con le acque di 3 colori
differenti... sempre che la nebbia non ve li nasconda alla vista: ecco un altro
motivo per andarci con calma il pomeriggio piuttosto che la mattina presto.
A Moni non c’è nemmeno un hotel degno di questo nome, noi siamo stati nell’unico
che ne avesse l’apparenza, il
Flores Sare
Hotel che tra l’altro è anche l’unico posto dove potrete mangiare (bene a
dire la verità). Davanti all’hotel, si trova la bancarella di una signora che
potrebbe essere l’indonesiana più ricca dell’arcipelago. Vende snack ma
non si rende conto che il suo vero business sono gli zampironi: quando vedrete
la vostra stanza zeppa di centinaia di zanzare (il figlio del nostro autista
aveva la malaria), sarete disposti a
spendere qualsiasi cifra per riempirla di veleno. La signora ignara ve li
venderà comunque per pochi spiccioli.
Bajawa è la base
per le escursioni nella foresta alla ricerca dei villaggi
Ngada. Questa amichevole popolazione indigena vive fuori dal tempo,
ancora completamente immersa nella propria antica cultura. L’ordine sociale è
regolamentato da una rigida struttura matriarcale, è quantomeno inusuale sentire parlare
gli uomini delle proprie mogli e madri, come di coloro che hanno sempre l’ultima
parola.
Anche Ruteng
offre la possibilità di escursioni nei villaggi tribali, ma la soddisfazione più
grande me l’ha data il coloratissimo mercato: finalmente ho potuto esaudire un
desiderio che avevo da quando leggevo i racconti di
Redmond O'Hanlon tra gli Iban
del Borneo. Se avete letto il mio
racconto sulla Malesia probabilmente
sapete già di cosa sto parlando, ci avevo infatti provato 6 anni prima ma senza
successo. Sono riuscito a comprarmi un autentico
parang, ovvero il machete rituale che i valorosi cacciatori di teste
utilizzano per avanzare nella giungla, scuoiare animali, tagliare teste e
spalmarsi la Nutella sul pane.
E’ stato molto divertente assistere alla trattativa
per l’acquisto, l’occidentale che si comprava il "coltellino" multiuso ha attirato la
curiosità di tutto il paese. Curioso è stato anche che la lama da 60 centimetri
che ha fatto bella mostra legata all’esterno del mio zaino per il resto del
viaggio (non ci ho neanche provato a nasconderla), non facesse battere ciglio né
alla polizia né ai controlli aeroportuali in Indonesia.
Ruteng rimarrà nei nostri ricordi soprattutto perché ci siamo capitati la vigilia
della festa nazionale (17 Agosto) e siamo incappati nelle prove generali dei
festeggiamenti: centinaia di bambini danzavano sotto l'attenta regia dei
loro insegnanti, ma quando ci hanno visto hanno precettato Sara ed Erica
"costringendole" a imparare i passi di danza. Questa è solo una delle
innumerevoli dimostrazioni dell'ospitalità e simpatia indonesiana.
Completato l'infinito attraversamento di Flores, giungiamo a
Labuan Bajo sulla costa
occidentale. Sarà per tutti i compromessi che abbiamo dovuto accettare per
dormire, ma quando siamo arrivati al
Centro Bajo Hotel ci sembrava di stare al
Hotel Danieli di Venezia:
leggermente fuori dal paese che rimane comunque raggiungibile a piedi, dalla
terrazza potrete riprendere le forze sorseggiando succhi di frutta. Oppure, se
come noi la sera amate degustare un distillato mentre fumate il sigaro, durante
il viaggio ricordatevi di cercare i contadini che distillano l'Arrak,
il profumato torcibudella che riscalda le serate indonesiane.
Il Mar di Komodo
Labuan Bajo è il porto da cui partono le escursioni nel Mar di Komodo
verso le isole di Rinca e Komodo, alla ricerca
dell'omonimo drago di Komodo.
Oltre che ospitare il rettile più grande e velenoso al mondo, il mare è una
riserva naturalistica dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,
il posto ideale per fare grandiose immersioni. Come vedete nel sito che state
leggendo, ne ho fatte parecchie in giro per il mondo, dunque potete credermi se
vi dico che sono tra le migliori che potrete fare in vita vostra.
AriDive è il
tour operator gestito da Aleksandra, una ragazza polacca con pluriennale
esperienza nei mari indonesiani. Per tre giorni abbiamo avuto in esclusiva solo
per noi la Lalunia, una bella imbarcazione in legno dotata di tutti i
comfort e con un eccellente equipaggio, sia dal punto di vista subacqueo che da
quello culinario.
Batu Bolong
Le immersioni di Crystal Rock e Castle Rock
sono le più famose del Mar di Komodo, ma anche Batu Bolong non
ha niente da invidiare ad esse.
Si tratta in tutti i casi di secche battute da fortissime correnti, al punto che
si può visitarle solo dal lato che quel giorno risulta riparato: gli incontri
però sono spettacolari.
Golden Passage
Questa è stata l'ultima immersione della giornata, era partita come un
semplice giretto in acque basse. Dopo pochi minuti però è diventata un giro
nell'ottovolante, una delle più forti correnti che abbia mai sperimentato ci ha
fatto accelerare all'inverosimile, al punto che dovevi combattere perché non ti
spogliasse lasciandoti senza jacket (non sto esagerando). La corrente è generata
da un passaggio in un canale fra due isolotti, sicché man mano che il passaggio
si stringe la corrente aumenta. Al termine del teletrasporto ci siamo trovati in
una zona di calma piatta, piena di pesce e mante.
Brivido seguito da meraviglia!
Stupenda ma solo per subacquei esperti.
Manta Point
Qui non c'è nemmeno bisogno delle bombole anche gli snorkelisti si divertiranno molto: il fondale è piatto e noioso, ma
in superficie nuotano decine di mante.
Le Isole Gili
Concludiamo come
sempre in bellezza, con un bel soggiorno rilassante sull'isola tropicale di
Gili Trawangan.
Devo confessarvi che dell'isola ricorderò i meravigliosi tranci di tonno ai
ferri che ci sparavamo la sera, ma le immersioni le ho già dimenticate. Non
perché fossero particolarmente brutte, ma questo purtroppo è il problema quando
ci si immerge a Gili dopo essere stati nel Mar di
Komodo... niente può reggere al confronto.
Sull'isoletta dove gli unici mezzi di locomozione sono carretti trainati dai
cavalli, avete solo l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda l'alloggio.
All'ultimo hotel della vacanza io di solito richiedo dei requisiti minimi molto
precisi:
- deve avere una spiaggia privata ed attrezzata in modo che possa
dedicarmi ad una full immersion nella lettura;
- deve avere una piscina in cui nel tardo pomeriggio possa stare ammollo
con il sigaro;
- deve essere appena fuori dal casino, in modo da dormire
tranquillo, ma che la sera possa andare a divertirmi facendo solo quattro passi.
I
Bale Sampan Bungalow rispettano al 100% i suddetti requisiti. E' un piccolo hotel con uno staff
estremamente cortese, talmente cortese che ancora oggi non so se ci pigliassero
per il culo o era proprio la loro natura.
Di certo è che lo facevano con tutti...
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