Aloha! Devo dire la verità, le Hawaii non sono mai state per me di grande interesse
e non avevo messo in programma di approdare un giorno su quelle terre lontane, ma
il caso ha voluto che lo scorso inverno conoscessi Sherry, un'amica di origini polinesiane
che ha proposto di andarci insieme: parlane a destra, parlane a sinistra, leggi
qualche guida ed ecco che la curiosità piano piano si accende e per me, Claudia
e Sherry da ipotesi il viaggio diventa realtà. Oggi che sono rientrato dal mio lungo
viaggio non ho alcun rimpianto, le Hawaii sono un luogo meraviglioso, un enorme
giardino fiorito con una cultura affascinante. Se oggi mi chiedeste a bruciapelo
la prima parola che mi viene in mente quando penso alle Hawaii, risponderei immediatamente
con "fiori". I fiori sono dappertutto, orchidee e fiori di ogni tipo nascono
spontaneamente in ogni ciuffo d'erba, le ragazze hawaiane girano tutte con un fiore
all'orecchio, i retrovisori delle automobili sono adornati di Lei (le collane
di fiori) e le camicie hawaiane che tutti portano hanno motivi floreali... insomma,
dannatissimi fiori! Il primo giorno mi è venuto un mal di testa pazzesco a causa
dei profumi intensi che emanava la Lei che avevo al collo!
Immersioni alle Hawaii? Ma mi faccia un piacere!
Quando mi sono recato nella mia solita agenzia viaggi in Italia, l'impiegata
che conosce i miei gusti subacquei mi ha guardato molto stranita quando le ho detto
che volevo andare alle Hawaii. Non essendo pratica della meta per sua stessa ammissione,
ha telefonato ad uno dei maggiori tour operator italiani specializzati negli Stati
Uniti, e questi si sono messi a ridere quando gli abbiamo comunicato che alle Hawaii
mi interessavano anche le immersioni: a loro dire alle Hawaii non si facevano immersioni!
Il maggior tour operator italiano specializzato negli Stati Uniti non capisce una
mazza, forse abituati a pensare alle Hawaii solo come ad un viaggio di nozze di
lusso, non erano informati che su quelle isole lontane ci sono tra le più belle
immersioni al mondo e che in quei mari abitano circa 700 specie di pesci, il 30%
dei quali non avvistabili da nessuna altra parte del pianeta. Anche la morfologia
dei fondali è unica nel suo campo, è connotata dalla natura vulcanica delle isole,
dunque rocce scure su cui risaltano gli splendidi colori dei coralli; la lava quando
entra in contatto con l'acqua si raffredda velocemente e crea grotte e canyon, è
impossibile trovare un'immersione dove non ci sia almeno un passaggio in qualche
tunnel. Se poi avete l'occasione di andarci in inverno, gli incontri con le balene
sono tutt'altro che rari, al punto che i tour operator locali si offrono di risarcirvi
del prezzo pagato se non ne avvistate almeno una.
Le Hawaii senza un mutuo
Organizzare un viaggio fai-da-te alle Hawaii si è rivelato particolarmente difficile,
molto più di altre vacanze avventurose degli anni passati (vedi
Belize ad esempio): i problemi questa volta non
erano sulla reperibilità delle sistemazioni (solo a Waikiki Beach
ci sono più di trentacinquemila camere d'albergo!), ma sul tentare di mantenere
basse le spese; le Hawaii sulle prime non si presentano come una meta propriamente
economica.
Come fare allora? Convincere il direttore della vostra banca che finanziare il viaggio
sia un ottimo affare? Non necessariamente, spero di potervi dare dei consigli utili,
frutto di ore di ricerche in Internet, interviste ad amici e soprattutto di esperienze
personali.
Dormire e mangiare
Il primo shock che riceve chi inizia ad organizzare un viaggio alle Hawaii, è
il prezzo degli hotel: il più pulcioso albergo con bagni in comune, sembra abbia
comunque il prezzo di un cinque stelle italiano. In realtà i prezzi variano molto
e, sarà a causa del libero mercato americano, non seguono necessariamente la regola "più
è bello/più costa", bisogna solamente avere moooolta pazienza e cercare. Una
soluzione interessante è l'appartamento, il cui prezzo si è rivelato poi molto inferiore
a quello che hanno speso vari conoscenti nelle località turistiche italiane: tenete
presente che gli appartamenti seguono lo standard delle aspettative americane, dunque
sono superaccessoriati, come minimo vi troverete forno a microonde, stereo, televisione
via cavo, lettore DVD, aria condizionata, lavastoviglie, l'immancabile onnipresente
barbecue e un frigorifero le cui dimensioni farebbero felice qualsiasi serial killer
feticista. Inoltre, considerando il prezzo medio di una cena hawaiana al ristorante,
comprarsi per pochi dollari una mega-bistecca al supermarket, scottarla appena sul
sopraccitato barbecue e gustarsela comodamente seduti sul vostro Lanai (terrazzo),
è una conveniente e ghiotta alternativa!
Escursioni
Il secondo shock organizzativo che riceverete, è il costo delle escursioni. Non
fatevi però prendere dallo sconforto, dovete rivedere il tutto sotto una luce diversa:
nella cultura americana, se c'è qualcosa con un minimo di interesse turistico, due
sono le cose che bisogna immediatamente fare, primo metterlo su una T-shirt e secondo
creare un tour operator che si occupi di portarci i turisti. Quello che voglio dirvi
è che la maggior parte delle escursioni non necessitano in realtà di organizzazioni
esterne, possono essere tranquillamente effettuate autonomamente, soprattutto considerando
l'alto livello delle strutture turistiche: non stupitevi per esempio se dopo due
ore che avanzate a colpi di machete nella giungla, dopo aver collezionato sulla
vostra faccia decine di ragnatele, dopo aver sterminato legioni di zanzare, quando
mai ve lo aspettereste, vi trovate davanti dei servizi igienici puliti.
Immersioni
Un altro colpo basso che riceverete se siete appassionati di subacquea, è il
prezzo delle immersioni; se nelle vostre vacanze il mondo sottomarino ha un ruolo
importante, potreste essere addirittura tentati di rinunciare e cambiare meta. Posso
tranquillizzarvi immediatamente, anzi vi dirò che le Hawaii sono tra i posti meno
cari al mondo per praticare attività subacquee. Come è possibile? Dove sta il trucco?
He he, quasi quasi non ve lo dico... va beh dai, il trucco è che come per le escursioni,
non avete nessuna necessità di appoggiarvi ad un diving. Sì avete capito bene, moltissime
sono le immersioni da terra e tutti i dive shop saranno lieti di noleggiarvi l'attrezzatura
e darvi tutti i migliori consigli su dove e come andare a farvi le immersioni da
soli. Il Maui Dive Shop
ad esempio, pubblica periodicamente una guida aggiornata su tutte le più belle immersioni
di Maui e se andate sul loro sito Internet, potete addirittura richiedere che ve
la spediscano gratuitamente a casa. Un'altra guida che vi consiglio è "Diving &
Snorkeling Hawaii" della Lonely Planet, che contiene tutte le informazioni
di cui avete bisogno per pianificare le vostre immersioni sulle principali isole
hawaiane.
Trasporti
Per quanto riguarda
i trasporti, all'interno delle isole avrete assolutamente bisogno di una macchina
a noleggio, ci sarà solo l'imbarazzo della scelta sull'agenzia a cui appoggiarvi;
in questo caso i prezzi invece sono molto buoni, per avere un ulteriore sconto vi
consiglio di prenotare sul luogo (non dall'Italia!), non importa quanto in anticipo,
anche un minuto prima: noi per esempio, da un telefono pubblico davanti all'agenzia
dell'autonoleggio, abbiamo telefonato per prenotare la macchina, abbiamo riagganciato
la cornetta e siamo entrati a ritirare l'automobile appena prenotata.
Per quanto riguarda invece i collegamenti fra le isole, la maniera più pratica sono
le compagnie aeree locali (Aloha, Hawaian,
Island Air, ecc...); i prezzi migliori si ottengono comprando il
biglietto via Internet (potete farlo anche sul luogo), ottenendo così un prezzo
anche del 50% più basso di quello che avreste ottenuto allo sportello dell'aeroporto.
Un ultimo consiglio, a partire dal vostro arrivo all'aeroporto verrete costantemente
circondati da mappe, riviste e guide gratuite, che in realtà per il 99% contengono
solo annunci commerciali di ristoranti, escursioni ed attività turistiche in generale;
se non state attenti e vi fate prendere da un insano collezionismo pubblicitario,
vi troverete in poche ore ad avere un tale quantitativo di carta, che probabilmente
avrete contribuito al disboscamento di un metro quadro di foresta amazzonica. L'unica
cosa utile che contengono questi opuscoli, sono i coupon delle ultime pagine: gli
americani infatti sono stranamente poco inclini alla trattativa commerciale, hanno
però questa cultura del buono sconto, vi troverete magari che il negoziante vi nega
uno sconto di pochi centesimi, ma se gli presentate un coupon vi regala una maglietta
oppure trovate ristoranti che vi offrono una cena per due persone al prezzo di una.
Mah, sono strani!
Maui, l'isola più bella?!
Non essendo le Hawaii una meta tipica del turismo italiano, i consigli che ho
ricevuto, mi sono stati dati principalmente da conoscenti americani, dunque con
gusti differenti da quelli tipici europei. Dovendo scegliere quali isole visitare,
tutti quanti concordavano che Maui è in assoluto l'isola più bella. Quello che vi
dico io è che è la più turistica e la più cara, in definitiva quella che ci è piaciuta
di meno. Intendiamoci, quando dico che ci è piaciuta di meno, la sto solamente comparando
con le altre, non sto dicendo che è un cesso, resta comunque un paradiso in terra.
La parte più bella è in assoluto la strada panoramica che va da Kahului
ad Hana, qualcosa come 600 curve e 54 ponti; se come me adorate
i paesaggi esotici, ogni curva vi lascerà intravedere un capolavoro di composizione
floreale ed ogni ponte con la sua relativa cascata vi farà voglia di fermarvi e
fare una foto; se invece come Claudia soffrite di mal d'auto, questo sarà il peggior
giorno della vostra vita; se infine come Sherry siete Americani (per voi dunque
la velocità di 60 Km/h è concepibile solo sulle highway a 8 corsie) e quel giorno
vi trovate disgraziatamente ad avere un Italiano che guida la macchina, allora avrete
gli incubi per i successivi tre giorni.
Come già detto per alloggiare mi permetto di consigliarvi un appartamento,
ad esempio il Kihei Kai Nani,
per un ottimo prezzo (me ne stupisco ancora oggi) potrete affittare uno spazioso
appartamento dotato di tutti i comfort (pure le tavole da surf!).
The Big Island, ma cosa ci andate a fare?
L'isola di Hawaii, detta anche Big Island, ha una superficie
che è il doppio di tutte le altre isole messe assieme.
Tutti coloro a cui ho chiesto un'opinione, concordavano sul fatto che era quella
che offriva meno strutture, la più desertica, la più brutta, cosa diavolo ci andavo
a fare, ecc... avrete probabilmente già capito che è stata quella che mi è piaciuta
di più!
Tante sarebbero le cose di cui scrivere, potrei parlarvi della natura tropicale
lussureggiante alle Akaka Falls (vedi foto) sul lato sopravento
dell'isola, delle cavalcate alle cascate vertiginose della Waipio Valley,
delle pareti a strapiombo sul mare della Pololu Valley, dei templi
di Puuhonua Honaunau, ma vi parlerò solamente della cosa più caratteristica
e unica, il Kilauea, il vulcano più attivo al mondo.
The fucking lava
Consiglio a tutti di dedicare più di un giorno al Volcanoes National
Park, il parco infatti è percorso da più di 240 chilometri di sentieri
ed è uno dei pochi posti al mondo dove potrete arrivare molto vicini alla lava.
Già il primo giorno ci siamo avventurati là dove la lava entra nel mare con un
flusso continuo, ma dopo un'ora e mezza di cammino al tramonto, non attrezzati adeguatamente
abbiamo rinunciato a proseguire e ci siamo limitati a degli scatti con il teleobiettivo.
Per Claudia e Sherry questo è stato più che sufficiente, ma io per due giorni sono
stato tormentato dai rimorsi "Quando mai mi capita ancora di poter arrivare
vicinissimo alla lava? Magari ad un metro di distanza!".
Ebbene, dopo 3 giorni di camminate all'interno di enormi crateri disattivi e
lungo antiche colate laviche, decido che devo farlo, mi conosco, se non lo faccio
me lo rimprovererò per il resto della mia vita e siccome non so quanto possa essere
pericoloso, devo farlo da solo.
Prima cosa, visto che al ritorno dovrò camminare di notte, mi reco al campo militare
e chiedo sfacciatamente se mi prestano due torce (una di riserva): senza battere
ciglio e senza neanche chiedermi a cosa mi servono, l'addetto all'ingresso me le
dà.
Seconda cosa, acqua, tanta, non ho idea di quanto caldo farà.
Terza cosa, mi preparo un kit di pronto soccorso: mi sarà molto utile in seguito,
cadere sulla lava fredda è come cadere su un letto di cocci di vetro; se dopo aver
letto il racconto avrete voglia di ripetere l'impresa, vi consiglio caldamente di
portarvi un paio di guanti da lavoro, eviterete i numerosi micro-tagli che mi sono
procurato sui polpastrelli.
Ultima cosa, pantaloni lunghi e scarpe da trekking resistenti, più ti avvicini alla
lava, più la suola tende a sciogliersi.
Si parte, ma prima di abbandonare il sentiero tracciato mi reco nel rifugio dei
ranger, nonostante ci siano miriadi di cartelli che vietano di raggiungere la lava,
devo parlarne con un ranger per essere sicuro che non stia per intraprendere un'impresa
al di fuori delle mie possibilità. La guardia forestale si rivela molto utile, invece
che farmi arrestare mi dà numerosi consigli, per esempio mi indica la strada da
seguire e mi raccomanda di stare sopravento per evitare di respirare gas tossici.
Parto, sono le 16:00, il sole tramonta alle 18:00 e il buio arriva alle 19:30; giuro
a me stesso che qualsiasi cosa accada, che sia arrivato o no alla lava, alle 18:00
in punto girerò i tacchi e inizierò a tornare, in modo da limitare al minimo la
parte al buio del mio cammino.
La camminata si rivela molto difficile, non riesco a tenere il ritmo che mi ero
prefissato, sul dizionario illustrato della lingua italiana, alla voce "terreno
accidentato" c'è probabilmente la foto del dannato Kilauea:
ho perso il conto di quante volte sono dovuto tornare indietro per aggirare i crepacci
che ho incontrato sul mio cammino. Tra l'altro questo continuo sali e scendi in
gole e anfratti mi ha fatto perdere l'orientamento, quando sono in alto riesco a
vedere dove devo andare, ma quando sono in basso mi lancio ad indovinare. Annotazione
mentale: la prossima volta che decido di fare un escursione come questa, devo ricordarmi
di portare una maledettissima bussola, a costo di portarmi dietro quella che ho
attaccata agli erogatori subacquei!
Sono le 17:00, sono in ritardo e mi rendo conto che quello che da lontano sembrava
il dolce pendio del vulcano, è in realtà un'erta salita, separata dalla pianura
da una cintura verticale di una decina di metri. Sarà per il caldo infernale, sarà
per l'odore di uova marce dei fumi solforici che sto sniffando da un'ora, ma mi
viene in mente Nereo, un socio SubTre Mari che in questo momento dovrebbe trovarsi in vacanza a scalare le montagne
dell'Arizona ed in una visione me lo vedo lì, come nella scena iniziale di Vertical
Limits, attaccato ad una parete a strapiombo del Painted Desert,
che mi dice "Non fare cazzate Igor, sono 10 anni che non affronti una parete,
non hai l'attrezzatura da roccia, al ritorno la parete in discesa sarà più difficile
che adesso in salita e soprattutto se ti troverai a farla al buio, tanto varrà che
ti getti nella lava!".
Continuo, dopotutto la parete appare facile e piena di appigli, ma mi prometto ancora
di più di invertire la rotta alle 18:00 e soprattutto di prestare estrema attenzione
a dove metto i piedi, non voglio neanche immaginare cosa succederebbe se mi slogassi
una caviglia là in cima.
Sono le 17:45 e di una cosa ho l'assoluta certezza, mi sono perso! Cioè è vero che
mi trovo sul pendio di una montagna, dunque è ovvio che dove c'è la discesa si scende
e dove c'è la salita si sale, ma ho perso completamente il riferimento visivo di
dove era il punto in cui volevo arrivare. Potrei usare una tecnica di ricerca subacquea
e muovermi a spirale, peccato che ho solo 15 minuti e mi servirebbero probabilmente
due giorni per coprire tutta la pendice del vulcano. In preda allo sconforto per
la fatica e il fallimento decido di muovermi casualmente, ricordandomi ogni tre
passi di tastare il terreno per percepire il calore ed evitare magari di essere
il nuovo protagonista della scena del film Vulcano, quella dove un disgraziato
mette un piede sulla lava ed in pochi secondi si consuma bruciando a partire dai
piedi.
Sono le 18:00, ho fallito, le caviglie memori anche delle camminate dei giorni precedenti
urlano vendetta e il sole che sta tramontando mi ricorda che, se non mi sbrigo,
saranno come dice Lino Banfi "volatili per diabetici" (cazzi amari). Comincio
a tornare sui miei passi, si fa per dire, poiché il mio procedere a caso degli ultimi
15 minuti mi ha fatto perdere completamente il contatto con il percorso che avevo
seguito all'andata e dunque un altro problema si aggiunge a quelli che ho già: riuscirò
a trovare il punto esatto della parete che ho scalato, quello che dal basso mi era
sembrato il più facile? Come se non bastasse mi rendo conto che le previsioni che
dicevano buio alle 19:30, si riferivano alla pianura, ma poiché io mi trovo in montagna
ed il sole sta tramontando dietro ad essa, qui sarà buio molto prima!
Porca miseriaccia ladra, va beh seguiamo la discesa, una volta arrivati alla pianura
mi muoverò verso il mare (sempre che riesca a vederlo) ed una volta che lo raggiungo
lo costeggerò a destra sperando prima o poi di scorgere il capanno dei ranger.
Sono le 18:30, sono ancora sulla montagna ed un sentimento simile all'angoscia incomincia
a sopraggiungere, ma quanta diavolo di strada ho fatto all'andata, a quest'ora contavo
già di essere giù, poi il sole non c'è più e qui fa comunque un caldo bestiale...
fa troppo caldo... strano... non posso credere ai miei occhi, adesso che non c'è
più la luce del sole la vedo! La lava è lì! A 100 metri in salita dalla mia posizione!
Una voce si fa sentire nella mia testa: "Alle 18:00, qualsiasi cosa accada
tornerò indietro!". Machissenefrega! Non mi capiterà mai più! Non so se in
futuro alle Olimpiadi decideranno di inserire la specialità "corsa in salita
sulla lava", ma sono certo in quei pochi minuti di aver stabilito un record
difficile da battere.
Ci sono, è lì a due metri da
me, fa un caldo atroce, mi sembra quasi di sentire un odore di braciole alla griglia
che proviene dai miei avambracci. Tiro fuori il cavalletto, monto la macchina fotografica
e faccio la fatidica foto.
Bene è fatta, si torna! Mi giro e lancio un ultimo sguardo attorno a me per imprimere
nella memoria un paesaggio che non dimenticherò per il resto della mia vita. Due
sono i sentimenti in netto contrasto che provo, meraviglia per la bellezza del paesaggio
e... panico, adesso che non c'è più il sole che illumina il terreno, mi rendo conto
che attorno a me tutto ha un grazioso colore arancione, sono completamente circondato
da terreno incandescente! Qual è la strada che ho fatto per arrivare? Da dove ne
esco?
Provo un irrefrenabile desiderio di migliorare il mio record olimpico di "corsa
sulla lava" e dunque inizio a muovermi con velocità balzando come uno stambecco
da una roccia all'altra, a caso, ma comunque in discesa. Ora che non c'è più il
calore del sole, a seconda della direzione che prendo, sento sulla faccia il caldo
del terreno che aumenta o diminuisce. Che la dea Pele me la mandi buona! Non so
se grazie al mio senso di orientamento, al mio istinto, al mio angelo custode o
semplicemente al culo, mi ritrovo esattamente sul punto della parete che avevo scalato
all'andata. E' fatta! Con calma e seguendo attentamente i consigli della visione
di Nereo che nel frattempo è riapparsa, arrivo giù... e in quel momento calano le
tenebre. Quando vi troverete un giorno al centro di una colata lavica nera di chilometri
di estensione superficiale, in una notte priva di luna, vi garantisco che la parola
BUIO assumerà per voi un significato completamente nuovo. Non è il buio del ripostiglio
in cui vi nascondevate da bambini, dove comunque il vostro senso del tatto vi faceva
sentire le pareti attorno a voi. E' invece il buio del vuoto, siete immersi nell'oscurità
e siete circondati da chilometri di nulla.
E' arrivata l'ora di usufruire delle torce messe a disposizione dall'US Army.
Il resto della storia è molto semplice, muovendomi istintivamente nell'oscurità,
mettendoci un tempo doppio rispetto all'andata, sono riuscito a raggiungere il capanno
dei ranger e poi la mia macchina. Arrivato allo chalet mi sono concesso il lusso
di un idromassaggio nella mia vasca da bagno (vedi foto), con tanto di sigaro e
mentre me ne stavo là, sdraiato, sentivo i miei muscoli che parlandomi mi preannunciavano
cosa avevano in serbo per me l'indomani mattina: "Hai voluto usufruire delle
riserve di adrenalina che avevamo messo da parte, beh beccati adesso sta overdose
di acido lattico!".
Mi diverte oggi ricordare l'incontro che ho avuto al buio lungo il sentiero del
ritorno; mi sono trovato davanti un gruppo di turisti accompagnati da una guida,
fermi ad un paio d'ore di cammino dalla colata lavica, che la osservavano con i
binocoli. La guida l'avevo conosciuta la mattina precedente e per 20$ si era offerta
di portarmi lì dove si trovavano ora loro. Mi dice "Hei, where do you come
from?" (Hei, da dove arrivi tu?). Ed io con uno spontaneo tono strafottente
conquistato sul campo, puntando il dito sul distante fiume di lava, gli ho risposto: "Can
you see that fucking lava? I was THERE!" (Riesci a vedere quella fottuta lava?
Io ero LA'!).
Se non volete farvi ogni giorno 50 minuti di macchina da Hilo (dove tra
l'altro piove sempre) per il periodo che dedicherete al Kilauea,
vi consiglio di soggiornare all'interno del parco nazionale. Ci sono numerosi
chalet, alcuni molto cari altri abbordabili come il
Volcano Hale.
Vi consiglio vivamente di prenotare con largo anticipo, in qualsiasi hotel
decidiate di andare.
Le immersioni
L'immersione più famosa di Big Island, citata in un paio di libri di subacquea
che già possedevo, videoripresa da amici che l'hanno fatta e pubblicizzata da ogni
diving è il Manta Ray Night Dive. L'immersione è nata per caso
ed ha fatto la fortuna dei diving del luogo, praticamente un hotel sulla costa di
Kona ha piazzato dei riflettori sotto acqua per illuminare il mare mentre i suoi
clienti cenavano al ristorante. La luce però ha attirato il plancton ed il plancton
ha attirato le mante: l'immersione consiste nello stare di notte in ginocchio sulla
sabbia a 9 metri di profondità, puntando le torce in alto ed essere circondati e
sfiorati da decine di mante. Fichissimo! Peccato che l'hotel abbia chiuso nel 2000
e i riflettori non ci siano più. Dunque nonostante i diving continuino a mantenerla
nel loro listino, l'immersione non esiste più! Noi ci abbiamo anche provato, ma
una volta in barca la guida ci ha detto che avevamo il 50% di probabilità di vedere
1 manta e nel caso non si fosse presentata non c'era niente altro da fare su quel
sabbione. Abbiamo deciso di rinunciare e di farci in alternativa una bella notturna
a South Wall vicino a Long Lava Tube; non ci siamo
per niente pentiti, abbiamo iniziato l'immersione al tramonto e stranamente non
c'era vita, poi quando è calato il buio, come se ci fosse stato un cambio di guardia,
è venuto fuori di tutto: ballerine spagnole, aragoste, scampi, pesci pappagallo
addormentati dentro alle loro bolle di bava, pesci di ogni tipo e colore. Bastava
fermarsi un attimo e la torcia attirava immediatamente una nube fittissima di plancton:
sulle prime era disorientante, la visibilità di riduceva a tal punto che non riuscivi
a vederti le mani e in quel momento capivi come doveva essere stata un tempo la
famosa l'immersione con le mante.
Mentre a Maui i diving li ho sentiti molto freddi ed impersonali,
come se stessero recitando un copione per la millesima volta, a Big Island
invece mi è piaciuto molto il
Sea Paradise, piccola barchetta,
ma competenti e simpatici.
Per alloggiare a Kona durante la fase marittima e
occidentale del vostro soggiorno a Big Island (sul lato orientale piove
praticamente sempre), cosa c'è di meglio per restare in tema, di un mega hotel
all'americana come il
Royal Kona Resort.
Oahu, il mito
Oahu
è stata la nostra terza isola (quarta se contiamo Lanai), la mitica
isola hawaiana dell'immaginario collettivo, le acque turchesi della spiaggia di
Waikiki dominate dal vulcano Diamond Head, gli
abitanti che girano con la tavola da surf sottobraccio come tanti Francesi con le
loro baguette, le ballerine che danzano la Hula al tramonto, fiori e palme
che battagliano con i grattacieli... insomma Hawaii.
Per dormire a Oahu avete solo l'imbarazzo della scelta, non posso consigliarvi niente poiché sono stato ospitato, ma senza ombra di dubbio mi cercherei qualcosa a Waikiki Beach.
Le immersioni
Nei pressi dell'isola è affondato di tutto, navi, sommergibili, aerei... mi dispiace
per i capitani e i piloti, ma c'è solo l'imbarazzo della scelta per la vostra immersione
su relitto. Noi abbiamo fatto il Mahi, uno dei più famosi, circondato
quasi sempre da stormi di aquile di mare. Vi consiglio il diving
Ocean Concepts, come
quelli di Big Island mi sono piaciuti molto: mentre a Maui sembrava di essere in
caserma ("l'immersione sarà di 40 minuti, non importa se avete ancora la bombola
piena!"), a Oahu l'atmosfera è stata distesa e professionale,
in acqua ci stavi finche volevi e nessuno batteva ciglio se si faceva anche un po'
di decompressione. Le guide poi non so quale consigliarvi, se Kimberly, una bionda
niente male che guida il gruppo vestita di GAV e bikini striminzito (rischiate di
non godervi l'immersione, oppure di godervela troppo, beh insomma vedete voi!) oppure
Mel, che ogni tanto lo vedi partire a tutta velocità per indicarti un nudibranco
coloratissimo di qualche millimetro e poi ti guarda felicissimo con le dita incrociate
di entrambe le mani (alle Hawaii il segnale vuol dire endemico e molto raro).
Concludendo alle Hawaii c'è spazio per tutti, per coloro che vogliono essere
serviti e riveriti negli hotel di lusso, per i turisti fai-da-te, per coloro che
amano la natura incontaminata, per gli appassionati del mare, per coloro che praticano
gli sport, dal surf al kayak, dalla subacquea allo snorkeling, dal trekking al golf
o addirittura, se proprio volete fare gli sborroni, anche lo sci alpinistico (sul
Mauna Loa).
Mahalo, aloha
Ti è piaciuto il diario del viaggio?
Segnala il tuo apprezzamento e condividilo con gli amici cliccando il pulsante qui sotto!
Mi aiuterai così a diffonderlo sul web.